Esiste l’esigenza culturale, sociale ed ecologica di conservare la capacità di rapporto con l’ambiente, il territorio, la cultura materiale. La conservazione di queste abilità e dell’habitat nel quale esprimerle è strategica per la sopravvivenza della specie uomo sul pianeta in condizioni di dignità, libertà, democrazia.
A fronte di questa esigenza strategica già esiste una vasta domanda di rapporto con il territorio e con la cultura rurale espressa, in diversi modi, da tutte le fasce di età e di condizione socio - economica - salutare della società: bambini, ragazzi, adulti, anziani, mondo degli handicap di vario tipo……. Si può riconoscere questo bisogno nello sviluppo dell’agricoltura part-time ed hobbistica, della seconda casa in campagna, dello sport all’aperto, del turismo naturalistico, delle riscoperte gastronomiche, erboristiche, salutistiche…….
Opportunità più interessanti, in termini paesaggistici, ambientali e culturali e più accessibili in termini sociali, si vanno configurando in forme quali le fattorie didattiche, gli orti urbani organizzati, le aziende agricole ed i parchi a funzioni multiple, l’agricoltura sociale….. Nel Nord America e nel Nord Europa si è posta attenzione scientifica ed economica anche all’idea, spontaneamente condivisibile, che avere a che fare con la campagna fa bene alla salute.
Si può constatare che questo mondo di “godimento della ruralità” dà luogo già oggi ad una notevole domanda di beni e servizi. Questi vanno dai prodotti di vivai, di rivendite di strumenti e materiali per l’agricoltura, ai servizi di terzisti, frantoi, piccole cantine, di imprese di creazione e manutenzione del verde, di edilizia……, di studi di progettazione ed assistenza tecnica …... Il persistere di queste offerte, come anche il numero di fiere, libri, riviste, negozi per paleo e neo contadini…., nonostante la scarsa produttività dell’agricoltura italiana, permette di pensare che questo mondo non vive sui produttori agricoli, ma sul mercato dei “consumatori di ruralità”.
Questo mondo, nonostante l’espansione vissuta nel corso degli ultimi anni, trova ancora dei limiti. Fattori quali la rigidità del mercato degli immobili, la scarsa varietà dell’offerta di attività, di beni e servizi per la vita in campagna, la rigidità delle normative e delle procedure, ancora focalizzate solo sugli agricoltori primari, la ridotta quantità e la scarsa qualificazione degli addetti……., frenano il suo potenziale di espansione.